LAURA ERCOLANI rec. in <<Confini>>, 19, gennaio-aprile 2005;
Maria Lenti, Versi alfabetici, Urbino, Quattroventi, 2004
All’origine di questo bel libro di Maria Lenti è un grande amore per la parola, nucleo e fondamento di ogni poesia, amore irritato e offeso da questa nostra società di mezzi di comunicazione di massa che ha messo la parola al servizio della merce consumandola e appiattendola con ossessive ripetizioni o, all’opposto, piegandola a significati impropri, imprevisti, spesso volgari: in ogni caso essa ha perso fascino, spessore, pregnanza.
Di qui la contestazione della Lenti - il libro ha anche un valore “politico” - e l’idea di dimostrare e mostrare al lettore la bellezza e la ricchezza delle parole e la capacità evocativa delle espressioni anche più comuni e ovvie che se pesate, meditate, voltate e rivoltate sanno aprire spazi e tempi del tutto imprevisti.
Dall’idea il progetto di un libro che si presenta come un anti-libro di poesia, una sorta di scherzo raffinato e intelligente, quasi a voler dire che la poesia è morta o inutile e non resta che prendersi gioco di essa; e invece dal gioco essa torna fuori, forte, in tutte le sue componenti: suono, rima, significato, suggestione, evocazione, ecc.
Amore per la parola poetica e razionalità della struttura si legano efficacemente conferendo al libro un carattere fortemente ossimorico, piacevolmente grottesco, originale, estroso per i giochi di parole che si susseguono, e compongono e scompongono i versi trasformando familiari definizioni in strane espressioni, non prive, però, a ben comprenderle, di significati.
Ossimorico è il titolo giacché che cosa c’è di più insignificante e di più impoetico dell’ordine alfabetico? Ossimorica è l’immagine di copertina che mostra una barchetta-giocattolo (la dimensione del gioco è cos’ introdotta e offerta come una delle chiavi di lettura del libro) con le vele spiegate appoggiato su un prato di erba finta: come non pensare alla dantesca “navicella dell’ingegno” citata in funzione autoironica e autoriduttiva?
Dunque la razionalità, seguendo il progetto dato, propone una parola-tema: ad essa si legano, in sequenze di brevi versi, espressioni, modi di dire, aggettivi che si attirano per vicinanza di significato, ma anche per assonanza e consonanza in un crescendo di tono, di suoni, di drammaticità finché la serie si conclude definendo la strofa; poi, dopo la pausa dello spazio bianco, ricomincia, con animo pacificato, un’altra sequenza. E la strofa si sposta sulla pagina non banalmente incolonnandosi a sinistra, bensì disponendosi a scacchiera, ad arco, a pettine, a spina, ecc. perché anche la grafica ha valore semantico e la Lenti la enfatizza, quasi la esaspera al pari delle altre tecniche compositive.
Di sequenza in sequenza, da un’espressione ad un’altra, da una variante all’altra, il significato si modifica delineando un discorso dagli esiti imprevisti e sorprendenti assecondati e lasciati fluire solo fino a un certro segno. La logica propone una parola-tema, la sensibilità, la memoria, l’emotività lo svolgono.
Al centro di quest’ultimo lavoro poetico di Maria Lenti, dicevamo, è la parola: amata, assaporata nei suoi suoni, nelle sue allusioni e risonanze; raccolta dal mondo della esperienza comune, ma poi cercata non solo nella memoria personale esistenziale e culturale, bensì anche, con molto lavoro e passione, nei dizionari, raramente inventata. Ne deriva un lessico prezioso, raro, che porta il lettore che voglia avventurarvicisi lontano nel tempo e nello spazio per gli antichi e peregrini usi e definizioni da cui le parole sono tratte; un lessico sonoro, che indica oggetti, azioni, qualità concrete, delinea profili netti cosicché quello che sembrava un gioco astratto diventa un mondo di presenze, gesti, ossessioni quotidiane di questi nostri giorni e anni.
Di questi nostri anni la Lenti sente - è forte l’insistenza sul tema – la velocità ossessiva, la molteplicità e multiformità degli impegni, ma anche la possibilità di cambiare, la svolta, la “virata” che salva.
Concludendo, la parola come atto dell’intelletto, prodotto della società e della storia oltre che espressione dell’animo è la protagonista di questo libro. Essa è sostenuta da un grande amore per la poesia esaltata, con sapiente tecnica compositiva, in tutte le sue componenti: suoni, struttura, grafica, significato, ecc… in un efficace e intrigante “gioco” poetico.
Gennaio 2005