Antonella Roncarolo  in Marche  Domani - CULTURA

 "A lungo ragionarne insieme. Un viaggio con Maria Lenti "

Un film di Lucilio Santoni

 

Fondere poesia ed immagini: e la sfida di Lucilio Santoni nel suo "A lungo ragionarne insieme. Un viaggio con Maria Lenti". Un viaggio dentro una poesia costruita con parole che evocano sensazioni, sentimenti e ancora parole. Santoni - dichiara in apertura - ha voluto farne un film alla ricerca non di una trama cinematografica, né di immagini patinate, ma solo di spunti, per raccontare e far raccontare a Maria Lenti la sua poesia. La sfida inizia già in apertura, quando l'autrice stessa, fuori campo, recita Proiezione.  E il regista "proietta", con il ritmo dilatato di diapositive, immagini di donne bellissime, sofferenti, felici, sole, innamorate. Quindi Maria Lenti, semplice, estiva, passeggia lungo una rua.  La sua voce accompagna i versi di Trasparenza, intensi, ricchi di passione politica ed umana: "Avrei voluto filmare le colline/ verdi appena nell'inizio di primavera/ e poi dipingere il sole rosso/ ( ... )/ E poi mostrare tutto a chi m'è intorno/ ed lungo ragionarne insieme/ per farmi una con loro/ in queste trasparenze della vita". Le colline marchigiane che Santoni mostra lineari e sobrie, diventano lo sfondo della trasparenza relazionale.

La poetessa si muove poi tra le bancarelle colorate di un mercato, in gesti gentili e quotidiani. «Ciò che mi piace della tua poesia è il tenere dentro una profondità che raggiunge la memoria e che tocca la vita penetrando nella realtà e, contemporaneamente, una leggerezza come un volo d'angelo»; fuori campo una voce sincopa il valore della ricerca poetica di Maria Lenti. Rivolta a chi ascolta la voce di Maria si sofferma sulla genesi e il delinearsi della sua poesia. L'incontro delle e con le cose, il lavoro della ricerca, della scelta della parola. Altre inquadrature, altri versi: "L'imperfetto dei verbi è un tempo/atroce: imbuia la parola. / Meglio il presente, / un tempo fissità "; schermo nero con una scritta veloce ("la questione ancora una: amare") che finisce diritta su un omaggio dolcissimo alla sua gattina - una gatta che sforna figli secondo ragioni tutte sue - e su uno schizzo poetico per Remo Pagnanelli, che ha scelto di non esserci più.

Poi Urbino, mai nominata nei versi, che è il sottofondo della vita di Maria: "Urbino mi ha posta davanti alla bellezza". Santoni borda l'istante con la musica di Fabrizio De Andrè. La luna, in un suo quarto, con una lunga inquadratura fissa fa eco ad altri versi: "Notte luminosa, umida luna ...". E d'improvviso una fiera all'inseguimen­to di gazzelle: la musica si riempie di ritmi ossessivi sui lampi di viaggi in Africa "scattante come gatto / l'anima" e  "concedimi il dubbio / ancora / se l'evidenza futile / è fatale".

Due "voci" (per dire "riscontri critici") di docenti universitari chiudono l'ultima parte del film. Gualtiero De Santi considera due aspetti della poesia di Maria Lenti: la facilità e, al tempo stesso, la sapienzialità con cui svolge i sentimenti sulla vita, l'amore, la morte, la solitudine, la politica, una costellazione di elementi umani costruiti su moduli affettivi, dove la parola individuata si vanifica nella ricchezza e nell'integrità della parola stes­sa. Catia Migliori avvia invece il suo intervento con la lettura di «Inizio», una storia di autobiografica di Maria Lenti: il lascito dei genitori a lei, i loro valori, il loro sentire: "E' molto, io credo. Mi basta". In queste parole Migliori sente la necessità di Maria Lenti di perdersi come autore per ricercarsi come lettore: la poesia è corpo poetico che si esprime nel pensiero, non è più atto intimistico, ma movimento che va da dentro a fuori, dunque pensiero del fuori. Si chiude, « A lungo ragionarne insieme", su un abbraccio di Maria a chi sa capire e leggere il suo lavoro mentre il regista ripete i versi: "E' molto, io credo. Mi basta".