Lorenzo Carnevali – Olivia Nesci

Il Paesaggio Marchigiano. Esercizi di lettura

Urbino, Quattroventi, 2005 (Presentazione di Giovanni Bogliolo / Sandra Piacente).

 

Alcuni luoghi del bel volume Il Paesaggio Marchigiano. Esercizi di lettura di Lorenzo Carnevali e Olivia Nesci (Quattroventi, Urbino, 2005) li ho saliti o discesi (i 300 scalini dell’Ardizio, per esempio) con la curiosità di chi non se li aspettava; altri li ho percorsi, camminando; altri li ho visti frettolosamente; altri sguardandoli dal finestrino dell’auto, da lontano. In questo bel libro tutti mi sono risultati nuovi, una scoperta, un soprassalto: “fatti”, indagati da una geologa (Olivia Nesci), “trasalimenti”, nei versi di Lorenzo Carnevali.

“I ciottoli di Monte Ardizio” è uno dei 14 paesaggi marchigiani. <<…circa 20.000 anni fa, la riva era …molto più avanzata e l’Ardizio era un rilievo che si ergeva sulla grande pianura alluvionale del fiume Po che scorreva nella depressione medio adriatica e sfociava all’altezza di Pescara. Durante il successivo scioglimento delle calotte polari, in seguito al riscaldamento del pianeta, il Mare Adriatico, come tutti i mari e oceani del mondo, avanzò fino ad arrivare ad aggredire il rilievo che venne parzialmente eroso e portato alle attuali posizioni>> (Nesci). <<E a chi mai parli perduto in questo bosco: / disperso sviato perso/ ridotto a lumicino / passo diastolico perverso / tutto buio: // scendi o sali?>> (Carnevali).

Il libro, corredato di fotografie, apre e dispiega paesaggi insospettabili per un profano pur amante e non ignaro del paesaggio, paesaggi singolari dalla lunga storia geologica, della provincia di Pesaro e Urbino: San Bartolo (la falesia), Monte Ardizio (i ciottoli), fiume Cesano (foresta fossile), Montecalvo (calanchi), San Lazzaro di Fossombrone (marmitte), Maioletto (frana), Pietrafagnana (conglomerati), Furlo (la gola), Monte Catria (valle glaciale del Bevano), Monte Copiolo (guglie), Montefeltro-Carpegna (Sassi Simone e Simoncello), Le Piote di Sant’Antonio (valli a V e spartiacque), Monte Nerone-Fondarca (arco naturale), Monte Petrano (flatiron).

L’indagine di Olivia Nesci (docente di geografia fisica e geomorfologia presso l’università “Carlo Bo”) era stata presentata a Modena nell’ambito di un convegno su un progetto nazionale del Miur, “Geositi nel paesaggio italiano. Ricerca, valutazione, valorizzazione”. Lorenzo Carnevali, dopo una laurea in filologia medioevale e umanistica, insegnamenti all’estero, traduzioni e scrittura di testi per il teatro, è professore al classico di Urbino e studioso in proprio.

Il loro Paesaggio Marchigiano è letto con esercizi particolarmente suggestivi: da un lato il tratto scientifico rigoroso, l’analisi e la descrizione (anche con materiale topografico), dall’altro una conoscenza espressa in versi, che ricordano o rimandano nelle “movenze” stilistiche, negli spazi che un verso cattura dal precedente o rilascia al successivo, i pieni ed i vuoti – per così dire – dei rilievi, degli avvallamenti, delle vallecole. E, di tutti e due gli autori, un respiro diversamente intenso dentro o sopra questi paesaggi.

Intenso e, forse, di altra specie: <<Il ruscellamento concentrato associato al dilavamento areale sugli strati marnosi a frangipoggio produce due piccoli rivoli su vallecole a profilo convesso e arrotondato…>>. <<Eclisse di un colle / appoggio di fianchi sul fresco / trasparenze di colli / osmosi nel pàti e nel lògos>> (“Le piote di Sant’Antonio”) . Di specie amorosa, direi. Di quella specie, cioè, filtrata dalla sintonia che si coglie come legame tra le diverse creature della natura.

Maria Lenti

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