Io son chi sono!

Un abito d'occasione,

Slavato, malandato,

Ma adatto al momento:

Sono un portento !

 

Sono il fiore di campo,

Margherita che invita

A strapparle le foglie,

Indagarne la vita.

  ...................................

Non rientro nell'albo

Dei nati, a ragione

Mi domandate conto

Della mia apparizione.

Io son chi sono!

Non vi chiedo perdono

 

(da L'anima e il vento, pag. 110)

 

EGIDIO  MENGACCI, POETA DAL SOTTILE RICAMO

 

di Maria Lenti

Atti e Studi - ACCADEMIA RAFFAELLO - 2 - 2007 (dicembre 2007)

 

 .... Quanto alla sua attivitā poetica, lo ha contraddistinto in pubblico una sorta di timidezza, certamente un suo non esporsi, un suo essere appartato. .... Le vicende esistenziali possono connotare uno scrittore fino a diventare per gli esegeti, almeno in parte, la sua opera. Quelle di Egidio Mengacci, al contrario, non entrano mai direttamente nei suoi versi, pur snodandosi da subito sull'esplicito "io" della soggettivitā novecentesca.

La spinta della sua poesia risiede nel dialogo continuo tra la sua anima e l'essenza della vita stessa, tra la sua vita e Dio, tra un possibile cammino ed il cammino giā indicato, o individualizzato, in cui le carte, rimestate e sparse sul tavolo dei giorni e del tempo, sono giocate solo in apparenza. Che del gioco cambi l'esito risulta essere un'illusione (Eco singolarissima), in cui confluiscono la memoria, l'interrogazione, lo scacco, l'attesa, l'amore della ferialitā constatata nel suo dipanarsi, lo sguardo su chi gli č accanto e lo ama, la trepidazione della creatura sola in ogni caso davanti al proprio vivere in transito, in un vento che č "un disco / Inciso / Nell'eternitā" (p. 35).

 

 

Per altre notizie su E. Mengacci: clicca qui