POESIE E RACCONTI
L’ESTATE DEL GALLO
I bambini di un tempo sono
In me e tra noi:
sono più di un milione nel mondo i minori
che lavorano in schiavitù
L’Estate del gallo verrà pubblicato
nel sito web: www.artevizi.net
dove si può leggere il seguente apprezzamento:
<<Poetessa, scrittrice e saggista, vive a Urbino. Docente di lettere (nelle scuole medie e negli istituti superiori), studiosa di letteratura ed arte.
Orgogliosi e onorati di poter “ospitare” i suoi scritti. Dichiarata la stima e il ringraziamento per questa grande autrice e intellettuale, da parte di tutta la Redazione>>
lavorano in schiavitù
Storia de me
Poesia in vernacolo urbinate.
Presentata al “Premio Varano 2007”, Comune di Ancona 2007
<< UT >>, rivista d’arte e fatti culturali
Direttore Massimo Consorti
Art director Francesco Del Zompo
Supervisor Pier Giorgio Camaioni
Editore Ediland di San Benedetto del Tronto
Piccola, raffinata graficamente, <<UT>> contiene uno scritto di Consorti sul cineasta Paul Cox (Simply Paul Cox), una riflessione ironicamara di Giorgio Camaioni sull’ultima automobile-status symbol (L’immagine è un S.U.V…), una pagina di Gastone Mosci sull’editoria d’arte delle Marche (Editoria d’arte, tradizione d’intelligenza e di bellezza), un rilievo di Mario Narducci sulla poesia (Poeti testimoni di verità),
poesie inedite di
Maria Lenti
(Frammenti ricomposti IX).
Una stampa su acquerello (Epson 2007) di Vittorio Amadio rende unica questa rivista piccola, raffinata graficamente, stampata in 129 esemplari, subito esauriti.
Il primo numero (marzo 2007) si intitola “Quando UT significa affinché”. <<(…) Non rientra nelle nostre aspettative né nel modo che abbiamo di porci, scendere in picchiata né abbattere ostacoli insormontabili, qualora ce ne fossero ancora. Vorremmo solo capire affinché… >> conclude il direttore Consorti dopo un excursus sulla realtà culturale (e non solo) di oggi.
MARIA LENTI
La Senzanome
…filo di stelo tre foglie
in un coccio di terra renosa
centocinquanta per due il balcone ….
Nottivago seme dell’autunno (o predecessorio?)
s’è avvoltolato nella pelletta incalorito
per darsi all’aria post inv-f-ernale.
I fiori da bulbi coltivati,
le gazzarie resistenti, le gerbere irridenti,
l’erba dei tetti gramolata
ironico il bavero corollato
stendono sulla Senzanome.
Alzo il vaso a solatìo
isolati gli invidiosi sistemati
i protervi sempreverdi.
Lo sfilo dagli aruspici mediatici
dalle leggi ad usum delphini.
Lo nutro di sguardi fini
d’acqua in gocce senza cloro
di parole quelle vere.
Lo sottraggo al gatto ruspante,
lo proteggo da venti sibilanti,
da lusinghe e da promesse
da false comitisse.
Prendo a voto la piantina e la porto
Dentro l’urna e poi, oltre, nella casa,
nella strada, in assemblea
ed ancora nella piazza
ché l’ascoltino di fino
fino a trarne il sentimento
ad estenderne segreti di vigore
in spandimento.
(Maria Lenti, inedito, Urbino, 9 marzo 2006)
QUADERNI DELLA MEMORIA
ideato da Enzo Marco
(il pittore dei poeti)
Quaderno di Poesia N° 1
FRAMMENTI RICOMPOSTI IV
(sensitiva)
vive in altre forme in clima altro …
Qui, sbertucciate cime – talee inesistenti,
s’è fatta annua e non riprende
s’espande però in voce amore amore
nel passo che gelando la tallona
l’apre l’irride amaro la seziona
(sillabe)
“La bellezza intercisa”
pietra tombale* serena frontale
persegui, ragazza, i tuoi sentieri
mattinieri
nocchieri
velieri
mentonieri
chi sei stata chi eri
nei giovani tuoi ieri
di interrotti pensieri
MARIA LENTI
* 1ª decade del 3° sec. D. C.
Budapest – Museo Nazionale. Lapidarium
fridi
Collana di Craphie
[Rivista di Arte e Letteratura]
a cura di
Gianfranco Lauretano
Due ritmi una voce
di Maria Lenti
Progetto grafico Marisa Zattini
Copertina
Nodo: « Chi mi tira mi unisce»
rivisitazione di Marisa Zattini
da una incisione del 1702
Stampa S.I.L.A. Cesena
Proprietà letteraria riservata
© 2005 – IL VICOLO Editore – Cesena
Via Carbonari, 16 – Tel. 0547 21386 Fax 0547 27479
email: editore@ilvicolo.com – http://www.ilvicolo.com
Tutti i diritti riservati. E vietata la riproduzione del volume, con ogni tecnica, in ogni sua parte, senza autorizzazione dell’Editore
Libercolo tascabile di 7 x 12 cm 38 pp
<> (“Graphie”,anno VIII, 2, giugno 2006)
impressioni di Silvia Cecchi
<<(…) Davvero belli i tuoi racconti…: elegia ed antielegia si sono intrecciate fra loro morbidamente. Conservo senza volerlo il ricordo di molte tue immagini e, soprattutto, certi momenti musicali, lirici, sentimentali, pudichi (come sempre in te) ma intensi ed espressi (come più di rado in te) e per questo memorabili. >>
Comunicato Stampa
Due Ritmi una Voce di Maria Lenti, edito per i tipi de IL VICOLO Editore di Cesena, è l’ottavo volumetto della collana “Sfridi”, legata alla rivista di Arte e Letteratura GRAPHIE, attiva da oltre otto anni. Due i preziosi racconti della scrittrice e poetessa urbinate:
“Carte” e “Il signore dei fiori finti”.
Cadenzando la sua ricerca dentro una scrittura vivace, chiara e piena di simboli, Maria Lenti, non nuova alla narrativa breve (tra i suoi lavori si può annoverare la raccolta Passi variati, tre racconti nati dal suo impegno parlamentare del 2003, mentre sono in riviste o in volumi collettanei altri racconti – Giustina, Nostromo sull’ottantuno, Anni sessanta, Neve, Le ore di Jonella), si inoltra qui in vicende quotidiane, per scoprirvi i legami profondi tra i personaggi, tra la protagonista e le cose, tra il passato e un presente che ci contiene, sentendo di questo presente vitalità e aperture.
Attraverso questa pubblicazione Maria Lenti ci offre due splendidi racconti, due episodi di intensa, poetica freschezza narrativa che, partendo dai toni lievi e divertiti di “Carte”, si raccoglie, proseguendo ne “Il signore dei fiori finti”, in accenti più pacati, dai toni intimisti e malinconici. Due “ritmi” mai così felicemente coniugati in una sola “voce”. E il “Nodo” in copertina, rivisitazione di Marisa Zattini da una incisione del 1702, con la scritta “Chi mi tira mi unisce”, appare una felice sintesi di Due ritmi una voce.
[Maria Lenti – Due Ritmi una Voce – 2006, IL VICOLO Editore Cesena – f.to 12×6,8 cm – pagg. 40, Euro 5,00]
LAVATOIO CONTUMACIALE
Associazione cultura!e diretta da Tomaso Binga
Sabato 17 dicembre 2005, ore 18.00
Piazza Perin del Vaga, 4 – 00196 RomaIntroduzione di Marcello Carlino e Stefania Severi
Fuocoevento
calorimetri a ventaglio in scena di
Franca Battista
con calligrammi di Antonio Poce
su testi poetici di:
Franca Battista, Rosetta Berardi, Mariella Bettarini, Tomaso Binga, Maria Grazia Calandrone, Nadia Cava!era, Marta Benedetta Cerro, Maria Teresa Ciamaruconi, Carla De Bellis, Tiziana Colusso, Vilma Costantini, Nicotetta di Cregorio, Francesca Farina, Narda Fattori, Rosa Foschi; Anna Maria Fiancarli, Sefenella Gatti, Maria Jatosti, Anna Lauria, Maria Lenti (*), Stefania Lubrani, Loredana Magazzeni, Donate!!a Mei, Mimma Pisani, Anna Maria Pugliese, Eugenia Serafini, Anna Zoli.
(*) Maria Lenti partecipa con alcune poesie
IL GATTO NELL’ ARMADIO
qui di seguito una di queste.
Righe e parole
Narrativa moderna e contemporanea d’ogni
paese
dietro vetro (la polvere !).
3 La poesia, larga parete fino al soffitto,
i classici però nel giroletto
insieme a concetti su corpo e psiche
6 e pizze di filosofi e dottrine non usuali.
Italiana e straniera la saggistica segue lo
scrittoio.
Alla mano vocabolari e manuali
9 di vario tipo e intendimento,
come i latini e i greci, manuali giornalieri o
quasi,
necessità sicura di divertimento.
12 Sul tavolo i nuovi, gli iniziati, gli ultimi.
Nota critica di Narda Fattori:
Una iniziale lettura superficiale potrebbe far nascere nel lettore il sospetto di trovarsi di fronte ad un calembour magistrale; poi, man mano che si procede nella lettura, il calembour diventa una specie di inventario dell’autore, di quando, raccolto intorno a sé, racconta delle sue esperienze e dei suoi incontri, degli amori e delle disillusioni, della pienezza di una vita soprattutto.
La raccolta di poesie qui pubblicate sotto il nome de: Il gatto nell’armadio comprende n° 8 titoli:
PIANTE E MANTE – FIGURE – RES MINIMAE – RIPOSTIGLIO – RIGHE E PAROLE – DEPOSITI E CONSUMI – CASSETTI – INTERNI
Per visitare il sito di FaraEditore:
http://www.faraeditore.it/html/collane/terremerse/FaraPoesia.html
http://www.faraeditore.it/html/recensioni/incerca-lenti.html
Maria Lenti
a Giovanna Sicari
Frammenti ricomposti
(alba)
… come e quando sapevo
ora non più avvolta nel bruciore
…
(discese)
Degradano sui fianchi le colline
e invitano e non aspettano
e rincorrono audaci in fuga
il vento forse, forse la pianura
e me…
(campana)
Tra i tetti nascosta e la nebbia
annuncia tridui a San Giuseppe
nell’aria grigiopaca: … suono lento
che non vuoi morire e muore invece
nel sospiro lieve delle labbra aperte
ad un sorriso …
(domanda)
… chiari e chi e dove e come
nella cronaca della storia.
Spinge il perché,
la chiocciola del ricordo nell’inizio
puntolino d’inizio di un miliare …
MARIA JATOSTI
venticinque poeti
PER GIOVANNA
Alleva Annino Bettarini Bisutti Boeri. Bordini Canducci Cannillo Capasso Cardona Cascella Luciani De Santis Fantato Ferri Fontanella Girelli Jatosti Lamarque Lenti Loi Pecora Quintavalla Theophilo Verbaro
Marcus Edizioni, Napoli 2004
dalla Dedica
Venticinque poeti, scelti e uniti a caso, per Giovanna. Unico denominatore comune: l’affetto, l’amore, l’ammirazione per l’amica che è stata, per la tusa del còr, la ragazza del Sud, con il sole nel sorriso e negli occhi, l’appassionata compagna di colorate battaglie, la fragile e tenace, consapevole e ribelle, vibrante e inquieta “cronista” di questa nostra “epoca immobile” e miserabile.
Unico filo conduttore: l’emozione suscitata dalla sua scomparsa.
Maria Lenti
Raccolta di poesie
Prefazione di Gualtiero De Santi
Edita Quattroventi
Ottobre 2004
Carta Palatina acid free
Cartiere Miliani Fabriano Spa
Cantilene o litanie, scritte fra il 1997 e il 2003, parte di queste poesie richiama, direttamente o indirettamente, esperienze poetiche e letterarie diverse: è un debito, insieme a quello verso le filastrocche colte popolari e orali, verso il vocabolario.
“…nei tuoi versi sei più attenta al come che al cosa. Ti fai mancare apposta la parola. La tua arte passa di lì.” da una lettera di Valeriano Massimi
18 settembre 2008 ore 21 – Porto S. Elpidio – Villa Baruchello
Maria Lenti e Lucilio Santoni lettura di poesie da Versi alfabetici e proiezione del video di Lucilio Santoni: A lungo ragionarne insieme. Un viaggio con Maria Lenti.
Maria Lenti
TERRA
con un’acquaforte di Simonetta Melani
e una nota di Katia Migliori
nuove carte
terra
casa cielo coperta via
mia
flosculo
tritolo
lingula
magliolo
legnolo
terra impalpata
imbricata
impedita
investita
allumacata
allunata
batacchiata
reificata
pianeta terra
stonìo stonìo
amor mio
edizione fuori commercio a cura di Giordano Perelli
contenente una poesia di Maria Lenti, una nota di Katia Migliori un’acquaforte di Simonetta Metani
stampata in novantanove esemplari numerati con cifre arabe più ventuno numerati con cifre romane
Stamperia d’Arte
ELLEA’ di Mondolfo
settembre 2003.
A Maria
Invocazione …
nell’atto del chiamare la parola, la parola
Terra avviene, allo stesso tempo,
simultaneamente al tratto invisibile
di un disegno che sorge da una forza
religiosa nascosta.
C’è un fondo nella poesia, impercettibile,
il fondo ultimo del vivere umano
e il poeta è il solo a saperne
l’enunciazione: le parole sospendono
il tempo e sciolte nel loro ritmo
scoprono in una rinnovata germinazione
l’alba del linguaggio. Tremule parole,
sole a soccorrere “il patire il nudo
fatto di stare in vita”.
Katia Migliori
Sett. MMIII
Servo
servo di pena
servo di scena
servo di iena
servo banditore
servo corridore
servo lisciatore
servo locutore
piegare nervi
mandare servi
servo dal fiato acidulo
servo dal piatto animulo
servo che si conferma
servo di pan raffermo
imitatores, servum pecus
inimicorum pessimum laudantes genus
servo in crudi verni
servo in nudi versi
su Melopea:
Alberto Cappi
Nel quotidiano “La Voce di Mantova” 27/01/2000
Una bella tempera di Adalberto Borioli accompagna la Melopea di Maria Lenti nelle Edizioni Pulcinoelefante. Una piccola grande poesia anima lo spazio della pagina. Vi si riconoscono le qualità di sostanza della Lenti, il suo cammino a umile rimario, il dialogo tra sentimenti e visione, l’ansia di domanda. Come dire: una lirica che è testo e libro.
L’ORTICA
Pagine trimestrali di informazione culturale Anno 16 – n. 82 – aprile-giugno 2001
Sinopia per appunti di MARIA LENTI (pag. 96. £ 20.000 – Edizioni Tracce – Pescara 1997).
Un libro vecchio per l’anno di stampa ma sempre fresco per il suo linguaggio scarnito, centellinato, terso e merita di essere citato anche dopo cinque anni dalla sua prima apparizione. Un libro a rovescio. Infatti l’inizio dell’opera ‘incomincia’ proprio con l’ultima poesia del libro dal titolo Inizio, di cui riportiamo i primi versi: “Mia madre fu Zelinda Lenti / lettrice di salmi in processione / un nodo di vento / infinito sulla nuca./Lenti Clemente fu mio padre / appassionato indagatore di romanzi / contadino e minatore / occhi pungenti chiari…”. C’è un andare a ritroso nel tempo, ovviamente, ma alla ricerca dei Luoghi (questo invece è il titolo della poesia che apre il libro) e delle tappe di un percorso esistenziale civile e sociale (versi, questi, che avrebbero potuto far piacere a un illustre conterraneo della poetessa come Paolo Volponi, entrambi nati e cresciuti nei medesimi luoghi pregiati di ‘terra rossa’ qual è la città Ducale di Urbino) ben vissuto e altrettanto sofferto per una giusta misura del linguaggio secondo le naturali esigenze di una ricerca formale adeguata all’espressione del proprio Pensiero: Non il definibile o l’indefinibile./ Il definito, se vuoi, / volevo ieri (per oggi) dirti / Potrei, forse? / La storia, intendevo, / la certezza di una misura / (non mia) / quella su cui gressibile diventa / un pensiero, o un’azione / conclusa e irripetibile.
Saviezza
(da: Sinopia per appunti)
Distacco, insistevi, e ironia
armi affilate sul costato
del “che se ne va”.
Ci sono giunta,
senza paniere né cornamuse.
Il cuore che silenzio polare
e illimitato il se.
Inizio
(da: Sinopia per appunti)
Mia madre fu Zelinda Lenti
lettrice di salmi in processione
un nodo di vento
infinito sulla nuca.
Lenti Clemente fu mio padre
appassionato indagatore di romanzi
contadino e minatore
occhi pungenti chiari.
Dal calendario, in rima non cercata,
i loro nomi per me scesi silenti:
Maria Margherita Lucia.
È molto, io credo. Mi basta.
Inizio è esposta in una piccola galleria di quadri e poesie nell’Ospedale di Urbino:
Una galleria d’arte tra le corsie dell’ospedale civile
IL RESTO DEL CARLINO Martedì 22 febbraio 2005
URBINO — Ospedale: la rivoluzione interna. Da tempo è in atto un’operazione di razionalizzazione dell’uso della struttura, accompagnata da trasformazioni strutturali e ambientali, da trasferimenti di reparti secondo una logica di sempre maggiore funzionalità, dal miglioramento delle condizioni operative e di degenza. Tempo fa è toccato alla divisione di Chirurgia generale scendere dal secondo al primo piano, sullo stesso livello della divisione ortopedica (passata nell’ala nuova), nonché dei servizi di oculistica e otorinolaringoiatria. Ieri è avvenuto il passaggio della divisione di Medicina generale dal piano terra (dove occupava una posizione decisamente inidonea) al secondo piano, negli ambienti liberati da Chirurgia. A questa nuova sistemazione della divisione medica, si è voluta dare una particolare sottolineatura, invitando autorità e addetti ai lavori, in quanto «senza enormi interventi strutturali, con i nostri soli mezzi e con il nostro personale — ha sottolineato Salvatore Mascaro direttore di Zona dell’Asur — siamo riusciti a portare avanti un lavoro di cui siamo orgogliosi».
Effettivamente, il nuovo reparto di Medicina è irriconoscibile: i corridoi sono color albicocca e danno una sensazione di vita e di movimento; le stanze di degenza sono di un blu tenue e riposante; nelle sale di attesa e negli studi spicca un giallo vivace e stimolante. Ma soprattutto colpisce piacevolmente la sensazione di trovarsi in una galleria d’arte: tutte le pareti sono tappezzate di pitture, sculture, incisioni, poesie, messe disinteressatamente a disposizione da artisti non soltanto urbinati, ma di tutta Italia; nel nuovo reparto medico sono esposte 49 opere d’arte di 25 artisti e testi poetici di undici autori, tra cui Volponi, Piersanti, Lenti e Renzo De Scrilli, forse il più grande dei poeti dialettali urbinati. La mostra rappresenta il primo intervento del progetto “Arte in ospedale”, ideato da Alessandro Bedini, dirigente psicologo psicoterapeuta; l’allestimento è stata curato dall’architetto Roberto Bua e da Silvia Cuppini, docente di storia dell’arte contemporanea all’Università di Urbino. Da parte sua, il direttore sanitario del presidio ospedaliero Andrea Cani ha illustrato la logica che ha ispirato la nuova sistemazione che mira ad una «aggregazione fisica dei vari dipartimenti su livelli omogenei», mentre l’ingegner Rodolfo Cascioli responsabile della gestione tecnica del patrimonio e dei lavori, ha aggiunto che «prima si fanno gli spostamenti poi toccherà alle ristrutturazioni pesanti», che dovranno coinvolgere l’intera struttura. Entro l’anno sarà completata la nuova ala dove troveranno posto anche il blocco operatorio e la dialisi, con tanto di parcheggi. Il primario di Medicina Paolo Fioravanti ha detto che si passa dagli attuali 47 posti letto a 50 posti complessivamente, di cui 30 destinati ad acuti e 15 di lungodegenza. Il sindaco Franco Corbucci ha rilevato che l’obiettivo è quello di migliorare la permanenza e che «la carta vincente sarà la qualità delle prestazioni e l’umanizzazione dell’accoglienza».
giancarlo. di. ludovico.
dalla raccolta: Albero e foglia:
Tra le smagliature
del silenzio (tuo)
in questa città
troppo perfetta,
i mattoni caldi di sole
nel giorno,
si stempra un corpo
alla ricerca
di un angolo
umido di te
per ricominciare
– su labbra socchiuse ad invito –
un viaggio lungo
Malinconioso spesso
il gatto (soffre di esclusione)
sugli scalini
si srotola-arrotola
per chiudermi l’uscita.
Ingenua fantasia
ogni volta esplosa
a trattenerti
le mie capriole,
reinventate,
da clown
danzante attorno a te.
Maria Lenti
UN ALTRO TEMPO
Rebellato Editore
(Cittadella di Padova)
1972
Trasparenza
(sintesi di un viaggio)
Avrei voluto filmare le colline
verdi appena nell’inizio di primavera
e poi dipingere il sole rosso
nella laguna a ovest di Chioggia.
Avrei voluto fotografare il fumo
acre sul villaggio Anic di Ravenna
e i cartelli di una fabbrica serrata
da un padrone sulla Romea.
Avrei voluto registrare a Padova
gli slogans di studenti in corteo
ritmicamente scanditi nel cuore
della centrale Riviera dei Ponti Romani.
E poi mostrare tutto a chi m’è intorno
e a lungo ragionarne insieme
per farmi una con loro
in queste trasparenze della vita.
né vidi mai le ginestre qui
se non a giugno esploso
non bruciato.
Certo l’estate ha taciuto
di sé, se ancora gialla
divaga sulla rupe
Edizione N. 2837 Osnago, gennaio 1999
Stampato in 45 esemplari
Bel canto
rincorse
ed affanni di scavo
per semi e vicinanze
corse
su titoli di cinema
in favola e parola
sopra la riga
la riga sotto, vocar,
voce afferrata in rare
velocità private
Edizione N. 3290 Osnago, settembre 1999
Stampato in 40 esemplari
l’assedio di vuoto ritorno
sulla risata
che dono
(sì, per sempre, si può si può
sciorina sapido il viso buono)
Ma fine d’ansia vale il perdono ?
Edizione N. 3433 Osnago, dicembre 1999
Stampato in 39 esemplari
Blu
nunziò smagato maggio il blu cobalto
onde salpò il seno adolescente
(parole di poeta – fuor di dubbio)
notti d’agosto tacite d’attesa
stemprate albe avare di biancori
inghiomellate poi (andò da sé)
nel lavoro solito e nell’inquieto andare
di me della mia specie del futuro
sperare
seminare
serpillare
serpeggia e va diritto il blu cobalto dei B52
Urbino, 1° novembre 2001
Uscita in Fshehtesia e Lirise a cura di Ahmet Selmani, Tetove, 2002
Urbino 1963
……..
nell’ età giovane e inquieta
due poesie in dialetto urbinate:
‘Na sera, cla sera
Avem fatt cla strada
che fnisc dop ‘na salita
e se slarga delimitata
da ‘n murett.
Dal torrion de Santa Chiara
avem guardat in giò,
mo en se vedeva gnent:
c’era la nebbia.
Sol le luc, cla sera,
sembraven più chiare
e ce sem guardati.
I capei e le man umidi,
i dita intrecciati,
avem accostat i vis
e ce sem guardati.
Ce pareva la matina,
acsé vicini
com ‘na volta, com sempre.
Mo era nott, oh,
com’era nott.
D’ là d’le colin
Che pena ‘n tel cor
c’ho io stasera.
El sol sta tramontand
d’là d’le colin,
mo io en el veggh
‘ste tramont che in atre moment
farìa impassì.
C’ho sol un gran burron
davanti a me. Ma me ferme:
facc un pass indietra.
Chiud ‘i occh e po’
arguard. El burron
è sempre ma lè
pront a chiapam
in tel su’ scur.
(Ecch, l’ho fatt el pass:
– com s’ fa a resista –
rotol, rotol, rotol giò
fin in fond,
fin do’ en me ved nisciun).
El sol sopra de me
è tramontat.
Buon Natale … pensando ad un passato natale
Cestino
notte
di neve di slitta lieve
di piedi infuocati nel gelo scaldati
di ciampanelle gli occhi alle stelle
alba lucente del primo mattino
mani distese nel grande cestino
…castagne e lupini più tre mandarini
caramelle da una lira (senza conta)
cioccolata (carta argento per la cinta)
tre fette di biscotto (fatto in casa cotto al forno
vruchiate in tla velina)
noci mandorle avellane
noccioline americane
un torrone e torroncini
nastro cangiante
sciarpa rigata
calzettoni per calosce e per scarponi
la trottola (che gira)
un paio di calzini
i guanti (con un dito)
bugatta (bel vestito!)
palline per bughetta
sei pastelli tipo Giotto
un cannello e due pennini (nuovi nuovi: la manina!)
matita con la gomma
matita copiativa
quaderni bordo rosso (un rossetto!)
gussalapis colorato
bianco bavero ricamato
due librini (con figure):
Agnellini in terra e in cielo…
Maria Lenti
Dic. 2003
vruchiate in tla velina: avvolte nella carta velina
bugatta: bambola
bughetta: buchetta
gussalapis: temperamatite
<<Facciamo un gioco…>>
<<Facciamo un gioco,
bambine e bambini,
che valga tanto
e non duri poco?
…Siamo tutti contadini,
piantiamo alberi e sementi
nei campi, nei boschi e nei giardini.
. …Siamo acqua, sole e vento,
guardiamo che crescano, contenti,
per goderne arie, ombre
senza pensieri, senza ingombri.
…Siamo abili legnaioli.
Li curiamo come tesori:
li potiamo, raddrizziamo, diradiamo
e solo in tempo stabilito
legna e legnami noi vendiamo.
Allora siamo costruttori
di case, porte e dormitori,
di panchine dentro i parchi,
di banchi e di scuoline,
di sedie e di chiesine,
di slitte scivolanti,
di barche perlucenti,
di zoccoli olandesi,
di sandali abruzzesi,
di vestiti naturali…
…Siamo sarti e cucitori,
modellisti e tagliatori,
cucirini e gran stiliste,
dipintori ed estetiste,
amatrici ed amatori
di colori e arcobaleni
…e cuciamo una bandiera
grande grande come il mondo:
la reggiam, portata in tondo,
iridata sulle spalle,
tra le dita, nelle mani
fino ad un lontan domani…
Ed il gioco è proprio fatto>>.
<<Ma è la pace!!! Sì, la voglio.
…rosso, arancio, giallo, verde,
azzurro, indaco, violetto…
Voglio spegnere la guerra>>.